giovedì, giugno 01, 2006

Sono un pirata ed un signore...


È passato un mese. Chissà, forse ho imparato a rispettare il tempo, anche se non ho mai indossato strumenti per misurarlo. Forse è solo un esorcismo, il mio: niente orologi. Gli orologi che indossavo, poi, misteriosamente si rompevano, quasi sempre.
Non lo puoi misurare il tempo, perché non esiste. Esiste solo un'eternità incondizionata, assoluta, in cui noi ci muoviamo come piccoli pesci che non hanno idea di quanto sia grande il mare.
Eppure senti che il tempo ti scivola addosso, e cominci ad aver paura quando capisci che devi prepararti per l'eternità, e non sai davvero da dove incominciare: ci hanno insegnato che c'è un Dio che si preoccuperà della nostra vita ultraterrena, che ci giudicherà, forse avrà cura di noi, delle nostre povere anime, delle nostre solitudini. Avrà catalogato i nostri peccati. Un Dio burocrate, che ci ascolta e ci osserva sempre.
Una ventata di filosofia dalle Bahamas, amici miei. Se qualcuno di voi si sta affannando a distillare tristezza dalle mie parole, non lo faccia. Proprio allegro io non lo sono stato mai, ma adesso non sono triste. Guardo le cose. Ascolto i miei pensieri, i pensieri di chi osservo. Dovrei fare il bucato, stirare, ma ho anche voglia di scrivere: mi piace troppo organizzare le parole. Il mio problema è proprio questo: mi piacciono troppe cose, e – fino a prova contraria – ho solo una vita. Quindi probabilmente andrà a finire che non avrò fatto niente nel miglior modo possibile, ma un po' di tutto, in modo discreto. Tanto meglio. Essere famoso mi mette paura. Sono nessuno.
Vivo a Nassau da un mese e un giorno. Tutte le mattine vado al lavoro. Prendo l'autobus numero 10, da Cable Beach a Downtown Nassau. Qualche giorno fa, vicino al conducente, si era seduto un ragazzo, un “bad boy”, anelloni e catenone d'oro, che raccontava ad alta voce di come due sere prima aveva picchiato un uomo colpevole di avergli detto “stai attento”. “Nobody scares me but Jesus” aveva risposto lui, “ho paura solo di Gesù” (forse il loro Dio è ancora più temibile del nostro), e poi lo avrebbe colpito, non ho capito se con le mani o con cosa. Fatto sta che alcuni turisti che erano nel bus si sono affrettati a chiamare la fermata, e sono scesi visibilmente turbati.
Ho iniziato a conoscerla meglio, Nassau, proprio grazie all'autobus numero 10. Ora lo prendo anche per il ritorno, declinando l'offerta del passaggio di Dorian, il mio collega di Antigua.
C'è una coppia di italiani, due fidanzati carini, che lavorano al Cafè Matisse, si chiamano Laura e Luca. Sono di Milano. Hanno lasciato l'Italia perché mettere qualcosa da parte in Italia è difficile; hanno lasciato la loro casa per costruirsi un futuro. Li incontro spesso. Sembrano felici. Parlano sempre, sottovoce, si guardano attraverso le lenti scure degli occhiali da sole, ti dispiace quasi interromperli.
Autobus numero 10. Difficile incontrare due volte lo stesso conducente. Quasi sempre chi guida è al telefono. Ti saluta quando entri, ti saluta quando esci, tende la mano per prendere il dollaro della corsa. Questa mattina mi sono messo a parlare con uno di loro. Aveva una faccia simpatica, un sorriso cordiale. Gli ho chiesto qualcosa a proposito delle Altre Isole (Exuma, Eleuthera ecc.) e non ha mai smesso di parlare. Si è messo a telefonare per informarsi sui prezzi degli aerei, sulla disponibilità dei voli. Mi ha elargito una dovizia di informazioni che neppure l'Ente del Turismo avrebbe potuto. Una gentilezza disarmante. Molti bahamensi sono proprio così.
Difficile farseli amici, perché non è che si fidino fino in fondo. Del resto non è così difficile comprendere il perché. Loro sono la manovalanza dei bianchi che qui hanno costruito imperi. La presa per il culo finale è stata il grande signore dell'Apartheid, il multimiliardario sudafricano proprietario di Sun City, che è venuto qui a costruire l'Atlantis. Tutto è rigorosamente in mano ai bianchi: banche, hotel, casinò, negozi, crociere. Non che nel resto del mondo le cose vadano in modo diverso, però in un'isola così percepisci meglio quel rancore sotteso.
Sono davvero pigri. L'ho capito, anche questo, grazie all'autobus numero 10. Se l'autobus si ferma ad un mio cenno per farmi salire in questo punto, dopo 10 metri puoi aspettarti tranquillamente un altro braccio alzato, e l'autista si ferma ancora. Non fanno un passo in più nemmeno ad ammazzarli. Non ho mai visto nessuno di loro manifestare sollecitudine. Sono tranquillissimi.
Questo italiano, sempre in giacca e cravatta, li incuriosisce. Probabilmente mi attribuiscono fortune di cui non dispongo, però è incredibile quanto l'abito faccia davvero il monaco da queste parti.
Ho incominciato a frequentare la spiaggia del residence. Basta abusivismo. Prima, se volevo andare in spiaggia dovevo infilarmi di soppiatto sperando che non mi scoprissero. Prima di trasferirmi, ero andato alla spiaggia privata di Sandals (troppo carino), e mi ero accomodato pacioso su un lettino. Dopo mezz'ora è arrivato un responsabile della security che ha incominciato a chiedermi il nome, il numero di stanza ecc. Io ho finto prima di non comprendere, poi alla domanda “dov'è la sua signora” ho risposto candidamente che ero solo alle Bahamas. Proprio un cretino, visto che Sandals è un posto per sole coppie.
La spiaggia del complesso dove vivo è carina. Piccola, ma carina.
La vedrà chi mi verrà a trovare. O la vedrete quando pubblicherò delle foto.
Un abbraccio a tutti voi. Il bucato mi attende.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ciao Raul oggi è il 2 giugno festa della nostra Repubblichetta..mi sono alzato adesso ,piuttosto tardi per me..e sono molto scoglionato..vuoi il lavoro, vuoi la ex famiglia, vuoi la mia relazione sentimentale rateizzata...ho letto il tuo interessantissimo spaccato di vita isolana e mi è piaciuto veramente molto..ti leggo con piacere e seguo il tuo blog..Per me dovresti continuare a scrivere tra un bucato ed un lavoro..non devi assolutamente mollare una cosa che ti riesce così bene..non è da tutti..ho provato a telefonare con skype ma ho difficoltà..il mio nik è cronos59 non mi ricordo se con la c o la k prova a chiamarmi quando puoi...Fammi poi sapere che intendi x il lavoro da "orologiaio" a Nassau..potrebbe interessarmi per dare un taglio alla mia vita qui...
Andrea Neri è partrito per il brasile ed è tornato con una moglie..io vorrei scomparire e cancellare questi 30 anni di vita vissuta..se fosse possibile ma la vedo dura...va be...ti abbraccio fraternamente e ti saluto gli amici comuni se vuoi...fatti vivo con le mail e con skype..Ciao Rollo a presto...e ...scrivi così ti posso leggere... Marco

2:48 AM  
Anonymous Anonimo said...

...ci siamo frequentati poco e sempre per "intermediazione" di Brunella, non posso vantare, per evidenti ragioni di provenienza geografica, decenni di "ternitudine" come te o come molti, se non tutti, i tuoi amici che come me leggono con somma curiosità il blog, devo però farti i miei più sinceri complimenti - che frase desueta! -. Poche volte nella mia frequentazione internettiana decennale, mi è capitato di attendere la pubblicazione di un post o di una semplice riga di commento, con tanta curiosità e "avidità". Grazie di questo interessantissimo spaccato di vita e "go ahead"
hug
Max Fam

3:15 AM  

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