
Strano posto, Nassau. Così in prima approssimazione la si direbbe un'isola gentile, cordiale. Ti mette anche allegria: il sole, la musica, il mare, gli scolari con la divisa, tutti uguali. Le navi da crociera che dominano il porto, che vomitano all'improvviso valanghe di grassi turisti americani, con le loro magliette chiassose piene di sudore, con i loro cappelli ed occhiali improbabili. Gli autobus, con i loro autisti sorridenti, che ascoltano Bob Marley a tutto volume. Lo prendo tutti i giorni l'autobus numero 10, da Cable Beach a Downtown, alle 7 e 30 del mattino. Un dollaro per la corsa (l'unica cosa economica qui); ieri mattina l'autista si è fermato ad un bar perchè aveva sete. Si è seduto, si è comprato qualcosa e se l'è bevuta con calma: nessuno ha detto niente. A volte la portiera la aprono con una corda, dal posto di guida. Altre volte, sali su autobus che hanno lo schermo lcd (rigorosamente Bob Marley, sempre). Non c'è una vera e propria fermata. Fai un cenno e l'autista si ferma per farti salire. Dici "Bus Stop" e l'autista si ferma per farti scendere. Si paga quando si scende.L'appartamento dove sono alloggiato provvisoriamente è a Cable Beach, un posto carino. C'è anche una pasticceria italiana, gestita da un certo Felice, che si è preso una moglie Bahamense. A proposito di donne... Qui più o meno tutte hanno due o tre figli già in giovane età, tutti con uomini diversi, uomini che poi non si prendono cura di quei figli. Valori diversi dai nostri. L'appartamento, dicevo, non sarebbe poi tanto male, se non fosse che è un corporate apartment, quindi ci dormono un po' tutti per un po' e a nessuno glie ne frega niente di come lo lascia, quindi è piuttosto sporco. Comunque ne ho trovato un altro, qui di fronte, in un condominio non nuovissimo ma sicuro, con un bell'accesso privato alla spiaggia. Ha due stanze da letto, quindi potete preparare i bagagli e venirmi a trovare. Devo solo trasferirmi, e la prima cosa che farò sarà installare - ovviamente - internet. Chi mi conosce sa che privazione sia per me la mancanza di un collegamento a banda larga. Finora, per connettermi ho sfruttato la connessione di Starbucks, un caffè carino sul porto, durante la pausa pranzo.Il lavoro mi sta dando alcune soddisfazioni. Sono partito con il piede giusto. Bisogna dire che questi mi trattano come un Dio, tanto che in un primo momento avevo la sensazione che mi prendessero per il culo. Ma a guardar bene, un gemmologo italiano, qui, è prezioso. Sono stato a cena con la titolare della baracca (un colosso che ha 120 negozi in giro per i Caraibi, Stati Uniti, Messico ecc.) e con un altro collega che lavora con loro da nove anni. Ci tengono a me, me lo hanno fatto capire. Si aspettano molto da me. Mi hanno fatto delle promesse. Staremo a vedere. Certo, una carriera con loro non sarebbe male, anche se la mia Europa stanca, contaminata dalle peggiori infezioni culturali, che si è lasciata sopraffare dai popoli giovani e felici, mi manca tanto. Mi manca l'educazione, l'eleganza, la postura degli europei. Qui sono tutti un po' rincoglioniti, si respira ovunque (è proprio il caso di dirlo) la presenza della marijuana (per i miei amici filogiamaicani questa sarà una buona notizia). Ti guardano con quegli occhi rossi, vacui, sembrerebbero docili, ma non lo sono. Non lo sono. Qui la vita ha un valore diverso. La criminalità, sfortunatamente, è molto stupida, quindi non è escluso che ti facciano la pelle senza star troppo a perdere tempo nel minacciarti. Per questo ho scelto una casa "gated", con l'accesso sorvegliato. Non spaventatevi, non è davvero il caso. Non lo definirei affatto un posto violento. Ma di certo non siamo a ..., quindi meglio non uscire la sera a piedi, se non nei grandi complessi, tipo l'Atlantis, il Marina Village, a Paradise Island. Ci sono stato a cena l'altra sera, insieme a Dorian, il mio collega di Antigua, Antonio, argentino, brand manager di Audemars Piguet per i Caraibi ed il Sud America, Charles, francese, brand manager di Girard Perregaux per Caraibi e Sud America, e Antony, altro collega Bahamiano. Un tavolo davvero internazionale. Antonio è sposato con una funzionaria delle Nazioni Unite della Guyana e vive a Barbados in una casa sul mare, grande tre volte la mia qui, pagando un quarto di quello che pago io. Mi dice che Barbados è un mercato incredibile per la gioielleria, un po' come tutti i Caraibi. Charles da buon francese si è messo a discutere con il manager del ristorante (Carmine's, l'hanno scelto in mio onore, pensando che mangiare italiano mi avrebbe fatto piacere) perchè i ravioli erano crudi e perchè in Italia sono più buoni. Ve lo vedete un francese, tutto affettato, con le braccia conserte, che rimbrotta un bahamiano grassissimo perchè la cucina non è all'altezza della pretesa italianità del ristorante? Una scena esilarante. Poi siamo andati a fare due passi per il complesso del Marina Village, pensate che il proprietario è lo stesso di Sun City, un multimiliardario sudafricano. Vi ci porterò quando verrete, è davvero carino. Lì all'Atlantis ci sono gli yacht seri, tutti che battono bandiera panamense, o British Virgin Islands. L'albergo è immenso, ristoranti fantastici, le pareti di uno di questi sono un gigantesco acquario. Dovete vederlo. Poi, gioiellerie (naturalmente) ovunque: qui ci sono i turisti ricchi, che poi dilapidano fortune al casino (già, perchè qui è terra di casinò).Una precisazione: qualcuno di voi, mi è sembrato di capire, crede che Bahamas appartenga agli Stati Uniti: non è così, le Bahamas sono un'ex colonia britannica, e formano uno stato a parte, il Commonwealth delle Bahamas. Paradiso fiscale, lavanderia di denaro sporco. Per la vicinanza con la Florida, una meta gettonatissima dagli americani di un po' tutti i ceti sociali.Ho anche incontrato dei turisti italiani (un paio di Montefalco a cui ho subito venduto un solitario ed un tennis), perchè qui arriva anche la Costa Crociere.Di italiani ce ne sono anche altri, per la maggior parte lavorano nelle banche Svizzere, c'è anche un architetto, un grande costruttore, un muratore. C'è Elena, che è sposata con Luigi (lei a dire il vero è svizzera) e vive qui da 5 anni. C'è il Console, Emanuele, che devo ancora incontrare, che però ho sentito spesso (grande Signore). C'è una tizia che ha un ristorante italiano, ce ne sono altri che probabilmente non conoscerò mai, perchè si fanno i fatti loro.Insomma, è presto per parlare, ma non si sta poi male, qui. Sono anche stato in spiaggia, l'altro giorno. la spiaggia privata del complesso Bayroc (un posto fantastico, appartamenti in affitto a 8000 USD al mese, inavvicinabili per me). Il mare è davvero bello. Il sapore dell'acqua dei Caraibi, poi, è unico.Questi giorni fa molto caldo. Il problema è che entri ed esci dai negozi dove si gela per l'aria condizionata, quindi qui tutti hanno la sinusite cronica (gli isolani poi hanno l'abitudine deplorevole di tirar su con il naso).Altra notizia: qui, come negli States, il cellulare paga anche le telefonate in entrata, mentre le telefonate locali da fisso a fisso sono gratis. La cucina è esecrabile, il terzo sport nazionale (in ordine di notorietà dopo farsi le canne e fregare il prossimo) è ingrassare. Non tutti sono grassi, badate. Però mangiano male. Io sto a dieta sparata di frutta e carote, tonno, e qualche volta Burger King, a pranzo.So che molti di voi hanno a cuore il mio distacco da Camilla. In effetti, questa è la parte peggiore, a volte insopportabile, di questa avventura. Ultimamente, poi, è un po' fredda con il suo papà, e questo mi fa davvero male, ma la amo troppo per non comprenderla, e so che comunque, nel suo cuoricino, rimarrà per sempre un posto per me, perchè il primo uomo di ogni donna è il suo papà. Anche mia moglie è distaccata, mi chiama "caro", ma di lei non voglio parlare.Mi manca davvero molto quella sensazione che molti di voi potranno capire, quando torni a casa TUA, e ti spogli, liberandoti di tutto quello che hai accumulato durante il giorno, perchè quella è la TUA casa, e dietro quella porta c'è il sorriso di mia figlia (nel mio caso). Ma forse, se un giorno Camilla dovesse mai rimproverarmi di non aver fatto questa scelta per paura, dando anche a lei la possibilità di vivere altre culture, sarebbe molto peggio. Io ho avuto la fortuna di avere un padre e una madre che hanno voluto per me un destino internazionale, e non saprò mai ringraziarli abbastanza. D'accordo, ho parlato anche troppo. E' mezzanotte, qui, le sei del mattino da voi, e devo andare a dormire. Domani pubblicherò questi pensieri. Venitemi a trovare e lasciate i vostri commenti.Un abbraccio a tutti voi. Ciao